Per accertare se l'amministratore ha effettuato dei prelievi “non giustificati” dal conto corrente condominiale, e' necessario l'esame della documentazione contabile del condominio.
=> Cosa succede se non si apre il conto corrente condominiale?
In particolare, cosa'¬ come non e' sufficiente a fondare la pretesa creditoria dell'amministratore nei confronti del condominio la sola prova dei versamenti effettuati sul conto corrente condominiale, allo stesso modo non basta a dimostrare il credito del condominio nei confronti dell'amministratore la dimostrazione dei prelievi operati da quest'ultimo sul conto corrente condominiale.
In entrambi i casi, l'accertamento dei rispettivi crediti non puo' prescindere dall'esame della contabilita' condominiale: solo dal raffronto tra le somme corrisposte dai condomini ed i debiti del condominio e' possibile verificare se sussista un credito di una parte nei confronti dell'altra.
Questo, in sintesi, quanto deciso dalla 13° sezione civile del Tribunale di Milano con la sentenza n. 3280 del 1 marzo 2017, con la quale il giudice dell'opposizione ha revocato il decreto ingiuntivo emesso a carico dell'amministratore per carenza di prova del credito vantato.
=> Un breve focus sul conto corrente condominiale. Da non perdere....
In pratica, il condominio sosteneva che l'amministratore doveva restituire somme di denaro prelevate illecitamente dal conto comune. Tuttavia, pur essendo stata accertata una “non corretta gestione della contabilita' condominiale, con commistione continua tra la contabilita' condominiale e quella privata dell'amministratore e con passaggi di denaro dai conti correnti dell'uno a quelli dell'altro”, il Tribunale milanese ha evidenziato come lo stesso amministratore sia comunque riuscito a giustificare i prelievi effettuati dal conto condominiale come rimborsi per spese da lui anticipate a favore del condominio.