Approvato dalla Camera e attualmente in discussione al Senato, il disegno di legge sugli Home Restaurant potrebbe aprire una nuova frontiera nel mondo della ristorazione e un'importante occasione per i proprietari immobiliari
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L'Home Restaurant. A settembre 2016 la Commissione per le Attivita' produttive ha accorpato le leggi in una unico disegno di legge, che e' stato approvato in Parlamento il giorno 17 gennaio 2017.
In argomento giova ricordare che tale proposta approvata dalla Camera e attualmente in discussione al Senato, introduce nell'ordinamento giuridico italiano una disciplina specifica per l'attivita' di ristorazione in abitazione privata.
L'attivita' di Home Restaurant – spiega il dossier della Camera - e' definita nel provvedimento come 'l'attivita' finalizzata alla condivisione di eventi enogastronomici esercitata da persone fisiche all'interno delle unita' immobiliari ad uso abitativo di residenza o domicilio, proprie o di un soggetto terzo, per il tramite di piattaforme digitali che mettono in contatto gli utenti, anche a titolo gratuito e dove i pasti sono preparati all'interno delle strutture medesime'. La legge pone regole all'attivita' di 'Home Restaurant': un limite di 500 coperti all'anno e un tetto di 5mila euro per il compenso per il cuoco.
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Sull'esame del disegno di legge n. 2647. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha comunicato che la Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico ha provveduto ad attivare presso la Commissione europea la procedura di informazione relativa al disegno di legge A.S. 2647, recante 'Disciplina dell'attivita' di home restaurant'.
Sappiamo che il disegno di legge contiene, in particolare, l'articolo 5 che stabilisce che:
Il Parere dell'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato su Legge Home Restaurant. Sul punto, il 7 aprile 2017, l'AGCM in risposta ad una richiesta di parere da parte del Fondatore degli HomeRestaurant (Giambattista Scivoletto), ha evidenziato che 'il DDL che disciplina l'attivita' di Home Restaurant appare nel suo complesso idoneo a limitare INDEBITAMENTE una modalita' emergente di offerta alternativa del servizio di ristorazione...'. Inoltre '... appare priva di motivazioni e ingiustificatamente restrittiva l'esclusione delle attivita' di B&B e Case Vacanza in forma non imprenditoriale e della locazione dalla possibilita' di ampliare l'offerta di servizi extraalberghieri con quella del servizio di home restaurant'. Infine secondo l'Autorita' Garante 'Del tutto ingiustificata appare la quantificazione normativa del numero massimo di coperti che possono essere allestiti e del reddito annuo che l'attivita' in esame puo' generare. Tali previsioni si pongono piuttosto in palese contrasto, oltre che con i principi di liberalizzazione previsti dalla normativa italiana, anche con il DETTATO COSTITUZIONALE di libera iniziativa economica e di tutela della concorrenza'.
Alla luce delle considerazioni esposte, nonchè della natura parlamentare e non governativa del provvedimento, resta ferma la disponibilita' del Ministero dello sviluppo economico a garantire ogni utile collaborazione, d'intesa con le altre Amministrazioni coinvolte, nel proseguo dell'iter del DDL in esame, anche alla luce delle osservazioni formulate dall'Antitrust.
La reazione di CONFAPPI. Sull'argomento in esame, il presidente Silvio Rezzonico ha precisato che “la ristorazione in abitazione e' una opportunita' p
Alla luce delle considerazioni esposte, nonchè della natura parlamentare e non governativa del provvedimento, resta ferma la disponibilita' del Ministero dello sviluppo economico a garantire ogni utile collaborazione, d'intesa con le altre Amministrazioni coinvolte, nel proseguo dell'iter del DDL in esame, anche alla luce delle osservazioni formulate dall'Antitrust.
La reazione di CONFAPPI. Sull'argomento in esame, il presidente Silvio Rezzonico ha precisato che “la ristorazione in abitazione e' una opportunita' per i proprietari di immobili, che possono incrementare il loro reddito attraverso un esempio positivo di sharing economy, particolarmente per le locazioni transitorie pari o inferiori a 30 giorni”. Sicchè, qualora, infatti, il ddl dovesse diventare legge, i proprietari di immobili avranno l'opportunita' di trasformare la cucina della propria abitazione in un piccolo ristorante aperto ad amici e sconosciuti, creando una fonte di reddito alternativo.
Quanto alle limitazioni dei numero di coperti (10 in un giorno, 500 in un anno) e, soprattutto, sull'importo massimo degli incassi, che in dodici mesi non puo' essere superiore ai 5.000 euro, secondo il presidente di CONFAPPI si tratta di restrizioni decisamente limitanti; di conseguenza, sarebbe auspicabile che dal Senato arrivi una modifica intesa ad aumentare il numero di coperti e, soprattutto, l'importo complessivo annuale di guadagno.
La altre reazioni. In proposito la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha espresso soddisfazione su quanto espresso dall'AGCOM. In particolare, secondo Marcello Fiore con cio' “finalmente si mette fine a un'evasione fiscale e contributiva pressochè totale”. Di diverso avviso e', Giambattista Scivoletto (fondatore del sito homerestaurant.com) che contesta tanto l'obbligo di registrazione sulle piattaforme dedicate, che quello di pagamento elettronico: “Impedira' l'85% delle probabili aperture”. Nel mezzo c'e' la posizione positivi di Cristiano Rigon, founder di Gnammo: “… permettera' a tutti gli aspiranti cuochi di sperimentare la sharing economy senza paura di andare contro le autorita' ”. Secondo Rigon, l'augurio e' che il Senato sappia produrre una legge sufficientemente agile e snella, rispondente ai suggerimenti UE di non promulgare norme che limitino, ma che favoriscano lo sviluppo del mercato del social eating, limando ancora i forti vincoli presenti nel testo approvato oggi alla Camera.
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Le posizioni sull'Home Restaurant/Social Eating all'estero. A tal proposito, su alcuni articoli della stampa specializzata e' emerso che Tim Cook, dirigente di Apple, organizza i meeting con massima riservatezza. VizEat, piattaforma francese da poco sbarcata in Italia, invece, conferma di avere 20mila padroni di casa iscritti e di svolgere le proprie attivita' in 110 paesi.
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Analisi di eventuali costi per l'attivita' di Home Restaurant. Chi vuole proporre il social eating a casa deve sapere che i costi da affrontare sono principalmente quelli della spesa.
Ai costi della spesa bisogna aggiungere le utenze di gas e luce straordinarie, forse stoviglie una tantum.
E poi i costi per la connessione internet, indispensabile per accedere ai portali da cui ottenere le prenotazioni, oppure per connettere il terminale Pos, qualora si scelga l'incasso col Bancomat.Chi si iscrive alle piattaforme paga poi una percentuale sulle transazioni, che avvengono online al momento della prenotazione, che va dall'8% al 12%. E proprio su internet si dovranno effettuare i pagamenti.
Tra i costi certi della legge, ci sono poi le coperture assicurative, oggi non obbligatorie.
A fungere da controllori dei propri iscritti saranno i gestori dei siti che organizzano gli eventi e ne prendono le prenotazioni.
Inoltre potrebbe servire una polizza assicurativa per la copertura dei rischi derivanti dall'attivita' e un'altra per la responsabilita' civile verso terzi: se la casa e' assicurata, basta un'estensione.
Se si organizzano meno di 5 cene in un anno e non si da mangiare a pia'¹ di 50 persone, si e' esentati dalla assicurazione, e il gestore del sito non dovra' comunicare al Comune - in via digitale - che esiste come attivita' , mentre ne e' obbligato per tutti gli altri casi.
Assicurazione social per l'home restaurant. Per la prima volta in Italia arriva l'assicurazione per l'home restaurant, le cene condivise. Gnammo, portale italiano di social eating permettera' , infatti, da oggi ai suoi oltre 220 mila utenti di avere una polizza che, proposta dalla start up Axieme tramite una polizza di Reale Mutua, coprira' sia la responsabilita' civile sull'immobile, sia la somministrazione dei pasti da parte dei cuochi, offrendo cosa'¬ ulteriore garanzia agli eventi di sharing economy a tavola.
La polizza, prevista per la community di gnammer, verra' attiva automaticamente e gratuitamente per tutti i cuochi che organizzeranno eventi di social eating tramite la piattaforma Gnammo. ''Da sempre lavoriamo per la nostra community anticipando i tempi.
Lo abbiamo fatto in passato con il nostro codice etico, condiviso e partecipato con gli utenti, lo facciamo oggi con un servizio che riteniamo utile - commenta il ceo di Gnammo, Cristiano Rigon - siamo pronti a essere stakeholder nello scenario economico e istituzionale per gettare le basi, in questo settore che si sta consolidando con il tempo e con l'esperienza dei singoli protagonisti''