Quando il Tribunale mette il dito tra moglie, marito e condominio
Il principio
. Sulle delibere delle assemblee di condominio degli edifici il sindacato dell'autorità giudiziaria non può estendersi alla valutazione del merito ed al controllo della discrezionalità di cui dispone l'assemblea quale organo sovrano della volontà dei condomini. Così afferma, graniticamente, la giurisprudenza di legittimità (Cass. Civ. 20 aprile 2001, n. 5889).Diversamente, il potere del giudice – si soggiunge -, deve limitarsi al riscontro della legittimità che, oltre ad avere riguardo alle norme di legge o del regolamento condominiale, si estende anche all'eccesso di potere.
Tale “istituto” ricorre quanto la causa della deliberazione sia falsamente deviata dal suo modo di essere, così recando un grave pregiudizio per la cosa comune (art. 1109, comma 1, n. 1 c.c.)
Ne consegue, dai superiori insegnamenti, che la delibera di nomina di un amministratore, il quale sia stato precedentemente revocato, in via giudiziale, integra un “eccesso di potere” dell'Assemblea del condominio, ritenuto censurabile con il relativo annullamento.
Il principio,ripreso dal Tribunale di Lecco con la Sentenza del 13 giugno 2014, risulta applicabile anche quando l' identità tra l'amministratore, dapprima, revocato, e, dall'altra, nuovamente designato dall'Assemblea, non sia propriamente soggettiva, ma abbia connotazione “familiare”.
Il caso. Alcuni condòmini di un stabile di Lecco impugnavano la delibera assembleare di nomina della sig.ra Tizia quale amministratore del condominio, affermando che, in quanto moglie del sig. Caio, amministratore precedentemente revocato anche dal Tribunale (con apposito provvedimento, per condotta ostruzionistica), non fosse in grado di ricoprire l'incarico.
Il Giudice adito vi ha dato ragione, esprimendo la seguente motivazione.
“[…] Poiché Tizia è moglie di Caio non v'è dubbio che la sua nomina sita stata adotta non tanto nell'interesse del Condominio, quanto nell'esclusivo interesse di quella maggioranza, alla quale si oppone la minoranza rappresentata dagli odierni attori.