Il fatto. Una societa' immobiliare, proprietaria di un appartamento in uno stabile condominiale, cita in giudizio l'amministratore al fine di accertare la violazione del dovere di diligenza che per aver stipulato, nel gennaio del 2007, un contratto di assicurazione dichiarando un valore dell'edificio inferiore rispetto a quello reale.
A fronte di tale circostanza la societa' ha chiesto la condanna dell'amministratore alla corresponsione della somma di circa ottantamila euro pari al maggior danno subito all'immobile di sua proprieta' in occasione di un incendio, verificatosi nell'ottobre del 2007, che aveva coinvolto l'intero edificio.
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A sostegno della sua richiesta la societa' immobiliare riassume i fatti pregressi rammentando che a causa dei danni subiti in occasione dell'evento dannoso in questione, aveva citato in giudizio la compagnia assicuratrice, ed il Tribunale aveva stabilito che a causa del maggior valore dell'immobile, rispetto a quello dichiarato dall'amministratore in nome e per conto del condominio al momento della stipula del contratto, l'importo del risarcimento doveva essere drasticamente ridotto.
Infatti nel corso del giudizio era emerso che il valore reale dello stabile condominiale era di circa quattro milioni e mezzo di euro, mentre il valore dell'immobile dichiarato dall'amministratore al momento della stipula del contratto era di solo due milioni di euro.
La compagnia, quindi, non poteva coprire i danni che andavano oltre l'importo massimale dichiarato dall'amministratore al momento della stipula del contratto.