Le fatture che attestano il conguaglio di consumi di (gas, energia elettrica, etc) sono un vero e proprio tormento per i consumatori costretti, spesso, a fare i conti con importi esorbitanti.
Ma cosa succede se l'importo dei consumi fatturato e' il frutto di un errore nella lettura dei contatori, e qual e' l'onere probatorio gravante sul somministrante in grado di giustificare la correttezza delle fatturazioni?
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La vicenda. Un consumatore riceve una bolletta di conguaglio dei consumi di gas da parte dell'Eni dell'importo di oltre cinquemila euro, e preso atto che tale somma era assolutamente esorbitante e ben superiore rispetto ai suoi consumi medi decide di rivolgersi al Codacons che, dopo aver attentamente esaminato la fattura, verifica che la societa' addetta alla rilevazione dei consumi aveva dimenticato di trascrivere una cifra riportata dal contatore.
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Il consumatore, quindi, cita in giudizio l'Eni ed il Tribunale ha accertato che la somma di oltre cinquemila euro non era da lui dovuta. Il giudice di primo grado, infatti, ha accertato che le letture reali svolte nei periodi di durata del rapporto attestavano un consumo medio di circa 250 metri cubi pertanto il consumo di ben euro 5845,00 non era in linea con i consumi relativi al periodo in questione, e cioe' quello che intercorre fra luglio del 2009 e maggio 2010.
Alla luce di tale valutazione, dopo aver preso atto che l'Eni non aveva offerto alcun elemento di concreto per giustificare l'importo richiesto in fattura, la sentenza del Tribunale ha accolto la richiesta del consumatore dichiarando integralmente non dovuta la somma in questione. L'Eni, pero', non si arrende e decide di proporre appello.